Bagnanti

San Benedetto del Tronto, in un torrido pomeriggio d’estate

‘Oggi vado al mare’.

Alice non vedeva l’ora di prendersi una pausa dal caos quotidiano di tutte quelle scartoffie che le ingombravano la mente, le costringevano ad una soglia dell’attenzione alta e costante e che alla prima folata di vento entrante dalla finestra cadevano rovinosamente sul pavimento. Ieri quella folata di vento le era costata una bella strigliata del suo capo, che non si limitava a pretendere da lei più attenzione e puntualità nel suo lavoro, bensì si permetteva di toccare le corde più fragili del suo animo.

“Dove credi di andare con quella mente che ti ritrovi!”, “Se non fosse per la mia pazienza non riusciresti ad andare avanti qui”.

E Alice abbozzava, mandava giù questi macigni che non aiutavano di certo la sua autostima già bassa e compromessa dalle vicende personali. Da quando Marco l’aveva lasciata ed era finita la loro convivenza le mancava la terra sotto i piedi e le mancava sempre di più.

Ma oggi no. Voleva godersi questo giorno di ferie strappato alla finta clemenza del suo capo ufficio ed andare al mare. Prima cosa indossare un costume, prendere una crema solare adatta alla sua carnagione chiara, un telo e gli occhiali da sole. Il pensiero non era andato neanche su qualcosa da leggere, una rivista enigmistica e soprattutto niente telefono. ‘Ci manca solo che mi chiama mia madre per sapere se dormo o mangio abbastanza. Certo, se chiama Marco e non mi trova cosa penserà, ma tanto lui non chiama più, ho capito.’

Vivere a San Benedetto del Tronto le era sempre piaciuto, mare vicino, città non troppo grande, amicizie di una vita e tranquillità senza grandi pretese. Poi si passa con poco dall’asfalto alla sabbia chiara e il mare sta sempre lì ad accogliere i crucci di una giornata storta o le chiacchiere in compagnia davanti a una birra. E quindi Alice andava sempre lì, in quel pezzetto di spiaggia libera, non affollata, tra le palme e i gabbiani.

Neanche il tempo di stendere l’asciugamano e Alice si butta in acqua, fredda oggi ma piacevole, chiude gli occhi e trattiene il respiro, si bagna i lunghi capelli ricci e arriva fino al basso fondale, affonda le mani nella sabbia e ne prende due pugni nelle mani chiuse e serrate e poi la lascia posarsi a terra mentre lei risale in superficie. Risale in superficie e il sale le brucia un pò negli occhi, si passa le mani per asciugarsi la faccia dall’acqua e dalle lacrime che esplodono. Il sale scioglie il ghiaccio e nel mare le emozioni. Alice ha quello che cercava, una reazione dallo stato di apatia in cui la convivenza con Marco la aveva indotta. Si stava a galla per non affogare, fino a quando il mese scorso una lite aveva vomitato tutta la bile delle promesse non mantenute, dei problemi per arrivare a fine mese, della famiglia invadente e delle infiltrazioni dal coinquilino di sopra. Alla fine uno si chiede se sia un dovere riuscire a stare a galla e scopre che magari lasciarsi andare alla violenza delle onde è pericoloso, ma si vincono se non si affoga.

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